1 Dic 2022

LA CONGIUNTURA MACROECONOMICA RECENTE: lo scenario internazionale al 2024

Dai dati riportati su APPIA, la congiuntura macroeconomica recente fa emergere quanto segue:

  • Dagli indicatori relativi all’attività manifatturiera continuano a provenire segnali di debolezza. La lettura del PMI di ottobre giunge ad ulteriore conferma di queste difficoltà, con gli indicatori stabilmente sotto la soglia di 50 (che separa le attese di contrazione da quelle di recessione) in quasi tutte le principali economie avanzate (46.4 il livello medio di ottobre).

 

  • La situazione più «difficile» si continua ad osservare in Europa, dove le tensioni sui costi dell’energia sono più rilevanti (nonostante il recente alleggerimento il benchmark europeo del metano si conferma, infatti, il più «caro» a livello globale), e le aspettative dei purchasing manager molto più «pessimistiche». Segnali di debolezza vengono anche dagli Stati Uniti, dove gli indicatori qualitativi hanno evidenziato un brusco ripiegamento in ottobre e, attualmente, si collocano in prossimità dei 50 punti.

 

  • In questo contesto l’inflazione non mostra ancora chiari segnali di cedimento, né in Europa né negli Stati Uniti, spingendo le banche centrali ad accelerare ulteriormente la fase di stretta monetariaIl 2 novembre la Fed ha aumentato i tassi di interesse di altri 75 punti base (ai massimi dal 2008). Di intensità analoga il terzo rialzo consecutivo dei tassi implementato a fine ottobre dalla BCE. Dinamiche valutarie relativamente più stabili in ottobre con l’euro che, dai minimi di fine settembre, è risalito intorno alla parità con la valuta USA.

Lo scenario internazionale al 2024

  • Non abbiamo apportato modifiche allo scenario macroeconomico internazionale, confermando il quadro (rivisto) presentato a settembre. Il PIL mondiale è atteso archiviare il 2023 con un incremento dell’1.6% (il tasso di crescita più basso degli ultimi 25 anni, al netto degli anni di recessione), penalizzato soprattutto dal rallentamento atteso delle principali economie avanzate (sia in UEM, sia negli USA ci aspettiamo una crescita vicina allo zero nel 2023). Confermata anche la prospettiva di una moderata accelerazione della crescita dell’economia cinese (+3.9%, 1.4 punti p.c. in più rispetto al risultato atteso nel 2022). In questo contesto il commercio internazionale è stimato andare incontro a un brusco rallentamento nel 2023 (+0.8%) salvo poi (coerentemente con l’accelerazione attesa del ciclo economico internazionale) tornare a svilupparsi a ritmi più intensi (+2.9%) nell’ultimo anno di previsione.

 

  • Non sono attesi particolari benefici, per le imprese europee, dall’andamento delle dinamiche valutarie. La «convergenza» tra le politiche monetarie e la relativa debolezza dell’economia europea contribuiranno, infatti, a mantenere il dollaro ai massimi sull’euro per larga parte del biennio.

 

  • Per quanto riguarda l’Italia, dopo un 2022-III al di sopra delle attese, dal 2023 le tensioni sui prezzi, il raffreddamento dell’attività manifatturiera e la flessione degli investimenti porteranno il PIL italiano su ritmi di crescita prossimi alla stagnazione, preludio a un graduale recupero visibile solo dalla seconda metà del prossimo anno (e, in media d’anno, dal 2024).

 

FONTE: *Appia Prometeia

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