10 Ago 2022

LA CONGIUNTURA MACROECONOMICA RECENTE: dati aggiornati dal mondo

Gli unici segnali espansivi provengono dall’economia cinese. La cessazione del lockdown dell’area di Shanghai, e l’allentamento delle chiusure in altre importanti città cinesi hanno contribuito a mantenere l’indice dei direttori acquisti sopra la soglia di 50, che «delimita» le attese di espansione da quelle di recessione.

Aspettative in deterioramento nelle Economie Avanzate

dove l’atteggiamento restrittivo delle banche centrali, e gli effetti dello shortage energetico hanno ulteriormente «appesantito» gli indici dei direttori acquisti (PMI). Queli di Francia e Germania sono scivolati (per la prima volta dal 2020) in territorio negativo. Non dissimile la lettura degli indici dei responsabili degli acquisti in Italia, scesi a 48.5 in luglio, al di sotto quindi della soglia che delimita le attese espansive da quelle recessive.

Sui mercati monetari

 

la Federal Reserve ha proseguito con la sua stance «aggressiva»: con l’ultimo rialzo (0.75 p.b.) i tassi di interesse negli USA si sono portati ai livelli pre-Covid. Più «conservativo» (data anche la diversa origine delle tensioni inflazionistiche) l’approccio mantenuto dalla BCE, che al meeting di luglio ha «limitato» a 50 p.b. l’entità del rialzo dei tassi di interesse. La differente velocità di chiusura dei cordoni della politica monetaria contribuisce a spiegare la dinamica recente del cambio dollaro / euro. In alcune sessioni di luglio la valuta europea è stata scambiata alla pari con il dollaro (contro gli 1.18 cui passava di mano nel 2021), appesantendo ulteriormente l’impatto dei prezzi internazionali delle materie prime per le imprese europee.

GAS NATURALE – INDICE BASE MEDIA 2015=100 frequenza trimestrale

  • a fine della fase di manutenzione della pipeline NordStream 1 (la principale condotta di trasmissione dalla Russia al Nord Europa) ha coinciso con una ripresa dei flussi di metano che, tuttavia, ha avuto brevissima durata. Già dagli ultimi giorni di luglio l’export di gas dalla Russia ha ripreso nuovamente a calare (al 20% circa del potenziale) con impatti fortemente rialzisti sulle quotazioni. Il benchmark TTF è passato dai 180 €/MWh di inizio luglio ai circa 155 €/MWh di metà mese, per poi risalire sopra i 200 €/MWh cui passa di mano al momento in cui scriviamo.
  • La motivazione «ufficiale» dietro al crollo delle forniture (problemi tecnici alle turbin
  • e) pare celare la volontà politica di Mosca di porre sotto pressione le principali economie europee e ciò, come abbiamo osservato nell’approfondimento di luglio, sottopone l’outlook sui prezzi del gas a un elevatissimo grado di incertezza. Il nostro scenario di base ipotizza ancora una ripresa (sia pure parziale e «a singhiozzo») delle forniture di metano dalla seconda metà del 2022. Al tempo stesso, segnaliamo come – dopo i recenti avvenimenti – il rischio di un taglio totale delle esportazioni russe dalla seconda metà del 2022 appaia oggi molto più concreto rispetto a quanto ipotizzato un mese fa.
  • In prospettiva, manteniamo a grandi linee l’outlook presentato a luglio: il calo atteso dei consumi UE (via maggiore utilizzo del carbone e flessione della quota «attivata» dall’industria) dovrebbe contenere l’impatto sui prezzi dovuto alle minori forniture russe, con il TTF atteso in graduale alleggerimento dai picchi attuali (ma in crescita in € di un ulteriore 174% su base annua, dopo il +394% messo in luce nel 2021).

*Fonte Appia

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